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mercoledì 21 novembre 2007

Storia dell'Astronomia - Terza Parte

Terza Parte

L’ipotesi di Keplero

Nei primi anni del XVII secolo un grande della storia dell’astronomia, Johannes Keplero, propose un’ipotesi che di recente ha ricevuto un’inaspettata conferma. Keplero, nel 1604, poté osservare estasiato l’accendersi in cielo di una brillante supernova e immediatamente pensò che solo un evento altrettanto grandioso avrebbe potuto illuminare la Natività del Cristo. Nei mesi precedenti aveva seguito Giove e Saturno inusitatamente vicini (in congiunzione) nella costellazione dei Pesci. Accostando (e qui sbagliava) l’uno all’alto evento, quasi fossero l’uno la causa e l’altro l’effetto, Keplero calcolò con che frequenza si verificano le congiunzioni di Giove e Saturno nei Pesci, trovando che sono molto rare e che una di queste si produsse proprio nell’anno 7 a.C.. La sua ipotesi poteva dunque essere vera e forse i Magi avevano interpretato astrologicamente l’evento in questi termini: un nuovo grande re (Giove) di giustizia (Saturno) sta per nascere tra gli Ebrei. Infatti i Pesci, segno d’acqua, erano associati a Mosè (salvato dalle acque, che divide le acque del Mar Rosso, che trasforma l’acqua in sangue, ecc.) e per estensione al suo popolo. Ecco perché si recano dritti in Palestina.

Nuova credibilità a questa ipotesi è venuta dal ritrovamento, nel nostro secolo, di due antiche tavolette d’argilla babilonesi, scritte in caratteri cuneiformi, che riportano con grande enfasi per l’anno 7 a.C. l’avvicinamento di Giove a Saturno tra le stelle dei Pesci, a dimostrazione che l’evento era previsto, era atteso e che ad esso si accordava notevole importanza.

Possiamo allora concludere che Cristo nacque nel 7 a.C.? La prudenza si impone. Ad esempio, perché solo Matteo parla della stella e non gli altri Evangelisti? Possibile che i Vangeli di Marco, Luca, Giovanni abbiano trascurato di citare tale portento celeste che oltretutto avverava alcuni versetti profetici dell’Antico Testamento?

Allora non si può escludere che la stella di Matteo sia semplicemente un’invenzione letteraria, non oggetto celeste ma testimonianza simbolica di una presenza celestiale nel momento in cui nasce Cristo. Il che, naturalmente, nulla toglie al fascino dell’ipotesi di Keplero, un’ardita intuizione genialmente sostenuta da calcoli e fantasia.

P.S.:
  1. Prendendo per buona l’ipotesi di Keplero, che cioè i Magi restarono affascinati dalla congiunzione di Giove con Saturno nella costellazione dei Pesci, bisognerebbe concludere che Cristo sia nato sette anni prima della data convenzionale.
  2. Con il computo delle effemeridi planetarie e delle posizioni stellari tramite computer è facile ricostruire (oggi) l’aspetto del cielo sopra la Palestina nel 7 a.C., e in effetti si vedono Giove e Saturno vicini in cielo. Gli astronomi babilonesi di duemila anni fa avevano previsto questa congiunzione, come è testimoniato dalla tavoletta d’argilla ritrovata a Siphar in epoca recente.

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